Modificare, migliorare, inventare: nella produzione dell’acciaio è fondamentale. Lo afferma anche Renzo Valentini, docente di Metallurgia presso il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale dell’Università di Pisa.
Come il Professore ha spiegato in una recente intervista, i prodotti siderurgici impattano fortemente nella vita di tutti i giorni: l’acciaio è il materiale metallico più diffuso al mondo. Ogni cittadino residente nell’Unione Europea utilizza, in senso lato, ben 600 kg pro-capite di acciaio l’anno: questo materiale è fondamentale, ad esempio, nel settore dell’automotive, nella costruzione di infrastrutture, edifici, mezzi di trasporto, elettrodomestici e molto altro. Le necessità dei consumatori sono in continuo mutamento e altrettanto rapidamente devono cambiare i prodotti: per questo la filiera dell’acciaio si deve modificare ed adeguare a nuovi impianti e logiche produttive.

In questo contesto, sostiene il Professor Valentini, Gruppo Riva rappresenta la qualità, l’esperienza e l’innovazione tecnologica necessaria per rimanere competitivi. Elemento fondamentale che caratterizza il lavoro dell’azienda è il Laboratorio Riva Acciaio di Lesegno. Le grandi industrie spesso si dotano di laboratori interni per seguire le attività di Ricerca e Sviluppo (più note come R&D), che però rischiano di rimanere nel contesto aziendale senza riuscire a trovare sbocchi e collegamenti con l’effettiva vita della fabbrica, della produzione e della formazione del personale. Il Laboratorio di Lesegno è invece un esempio virtuoso in questo senso, che si avvale non solo di un sofisticato sistema di simulazione (il Gleeble 3800), ma che è calato nella realtà produttiva aziendale con il diretto coinvolgimento del personale e di altre realtà esterne quali università ed istituti di ricerca nazionali e internazionali.
“Il Gleeble 3800, corredato da un piccolo forno per realizzare colate di acciaio sperimentali, consente di simulare in modo realistico tutte le fasi di lavorazione dell’acciaio a partire dalla colata continua”, ha spiegato il Professor Valentini. Questo complesso apparecchio è in grado di riprodurre, nell’esatta sequenza, il percorso produttivo dei prodotti in acciaio, come laminazione a caldo e a freddo, ricotture, trattamenti termici, saldature e altro. Tale sistema è utile per studiare i parametri necessari in maniera realistica e facilmente trasferibile ai reparti produttivi, scoprendo così nuovi e più performanti utilizzi dell’acciaio. È da sottolineare come Riva Acciaio sia, di fatto, l’unica industria siderurgica italiana in possesso di tale apparecchiatura. Il laboratorio di Lesegno, integrato nello stabilimento, raccoglie competenze di alto livello in grado di dare utili spunti per arrivare alla produzione di nuovi materiali e nuovo valore per la filiera. In questo modo le linee si accorciano e snelliscono e si risparmiano lunghi passaggi interni che rischiano di diluire l’immediatezza e l’impatto dell’innovazione.

La necessità di trovare un laboratorio di ricerca adeguatamente attrezzato per lo svolgimento di un dottorato internazionale ha portato circa vent’anni fa all’instaurarsi di una proficua collaborazione tra l’Università di Pisa (Laboratorio di Scienza dei metalli) e Lesegno. Il dottorato richiedeva infatti il compimento di complessi studi di simulazione di cicli di saldatura: essendo quello di Riva Acciaio l’unico laboratorio italiano attrezzato, la collaborazione fu immediata e di grande successo. Questo tipo di esperienze si sono ripetute nel corso degli anni con altri atenei ed enti interessati al Gleeble. Il laboratorio di Lesegno ha messo a disposizione la strumentazione per ricerche anche non strettamente connesse alla produzione di Riva Acciaio (si pensi allo studio sui super acciai al Ni impiegati nel famoso progetto Virgo per l’osservazione delle onde gravitazionali, oppure ai super martensitici impiegati nelle più avanzate Turbine a gas, o ancora ai sofisticatissimi acciai Maraging usati anche in Formula Uno da team di primo piano come Ferrari).
Il Master organizzato dal Politecnico di Torino, in collaborazione con l’Università di Pisa, la scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università di Aacken in Germania e svariati docenti di altri importanti atenei, rappresenta l’ennesimo connubio di successo tra industria ed università in questo campo. Il laboratorio di Lesegno offre inoltre supporto anche per chi già opera all’interno degli stabilimenti Riva Acciaio, per comprendere meglio il funzionamento dei grandi impianti industriali dove risulta invece molto più difficile condurre sperimentazione.
Attraverso il laboratorio l’azienda partecipa a progetti di ricerca nazionali ed europei, mettendo in contatto collaborativo le grandi industrie con i grandi centri di ricerca. Attraverso il confronto con realtà tedesche, spagnole e francesi, Riva Acciaio allarga così il proprio sguardo internazionale e inserisce il laboratorio di Lesegno tra i più in vista a livello europeo.

Nella moderna filosofia economico-sociale che promuove modelli di business sempre più sostenibili (economia circolare), è necessario concentrarsi in primis sulla progettazione di sistemi che estendano la vita del prodotto ed incentivino al riciclaggio. L’acciaio, da questo punto di vista, è il materiale ideale: riciclabile all’infinito e praticamente al 100%, produce importanti risparmi energetici durevoli nel tempo. Si pensi, infatti, che durante la Prima Guerra mondiale, la fame di ferro spinse l’Italia a riutilizzare le scorie etrusche, ancora ricche di materiale ferroso a causa dell’imperfetto processo di lavorazione antico. Venne quindi costituita la società Ferromin che in tanti anni di lavoro, fino al 1969, portò alla totale eliminazione dei resti della quasi millenaria attività siderurgica populoniese. Questo evento ebbe un effetto straordinario, seppur non voluto: durante l’esportazione delle scorie vennero alla luce le monumentali tombe di Tholos, che portarono alla scoperta dell’antica Pupluna (Populonia).
Per questa sua unica caratteristica, l’acciaio sarà “la spina dorsale della futura economia circolare”, come dichiara il Professor Renzo Valentini. “L’acciaio aiuta anche lo sviluppo sociale, poiché è facile da utilizzare per creare ogni sorta di prodotto, dalle posate agli smartphone passando per auto treni, costruzioni ecc. Sono tutti prodotti che migliorano il nostro tenore di vita. Provate infatti a trovare un prodotto completamente privo di acciaio, e scoprirete che non è così semplice!”. Prendendo in considerazione l’elemento simbolo della modernità dell’ultimo secolo, l’automobile, bisogna considerare che la produzione primaria di acciaio emette dalle 7 alle 20 volte meno di CO2 per chilogrammo rispetto ad altre parti automobilistiche realizzate in alluminio, plastica o fibre di carbonio. Esistono esempi storici, risalenti all’Alto Medioevo, in cui la produzione di acciaio si perse in seguito alla caduta dell’Impero Romano. Non essendo in grado di produrlo, successivamente vennero depredate costruzioni più antiche, in modo da fondere l’acciaio e farne nuovo utilizzo. Da questo punto di vista anche lo stabilimento di Lesegno non fa altro che recuperare materiale di scarto che così trova, nel suo essere processato, una nuova vita.
In conclusione, il Professor Valentini ha sottolineato che dal punto di vista della performance non basta creare prodotti più resistenti, leggeri, durevoli: serve lavorare sul minor impatto ambientale. L’ottimizzazione, in questo contesto, avviene quindi anche a livello produttivo e interessa il “lifecycle analysis” e l’impatto complessivo di tutta la vita del prodotto: il laboratorio di simulazione consente infatti di prevedere i consumi per ottimizzarli in anticipo, in ottica di sostenibilità a tutto tondo. In questo modo si arriva a una produzione più rispettosa dell’ambiente e più consapevole.

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