CUBI entra nel 2025 con una marcia in più: numeri in crescita, progetti ambiziosi e un passaggio di testimone che guarda al futuro. Alla guida della storica impresa veronese c’è ora Niccolò Cubi, 35 anni, figlio del fondatore Luca Cubi. Con la sua nomina a presidente, si apre un nuovo capitolo per un’azienda che da quarant’anni progetta, realizza e gestisce impianti tecnologici integrati ad alta efficienza.

Ma la vera rivoluzione è nei numeri e nella visione strategica. Ricavi 2024: 49,2 milioni di euro, +13,9% rispetto all’anno precedente. Una crescita costante dal 2017, con un CAGR del 5,4%. E un dato raro nel mondo impiantistico: una Posizione Finanziaria Netta positiva, pari a 6,843 milioni di euro. Il tutto supportato da un modello operativo flessibile, in cui la finanza tailor-made per clienti e fornitori gioca un ruolo centrale, in sinergia con i principali istituti di credito.

Fotovoltaico, l’orizzonte è già qui

Oggi CUBI è molto più di un contractor tradizionale. È una realtà che parla il linguaggio della transizione ecologica, soprattutto attraverso la sua business unit dedicata al fotovoltaico. In portafoglio, contratti attivi per 10 MW su impianti per l’autoconsumo industriale e un’intesa con Dolomiti Energia per un parco fotovoltaico da ben 58 MWp. Dal 2008 l’azienda ha connesso circa 300 MW di impianti, di cui 200 MW installati su tetti, lavorando al fianco dei principali player delle coperture industriali.

Un esempio concreto? Il recente impianto da 999,12 kWp installato sui tetti dell’Azienda Agricola Lavarini, a Verona, progettato senza consumo di suolo e completato in collaborazione con ForGreen per una Comunità Energetica Rinnovabile (CER). 2.172 moduli, energia pulita per 250 famiglie, e 549 tonnellate di CO₂ in meno ogni anno.

Un curriculum da general contractor evoluto

Dalla logistica alla sanità, passando per il vitivinicolo e l’industria aeronautica: il raggio d’azione di CUBI è vasto e diversificato. Tra i progetti più importanti degli ultimi anni ci sono i centri logistici per Amazon, DHL, Adidas, l’impianto da oltre 12 milioni di euro per il Gruppo Ferretti a Ravenna, e infrastrutture per la grande distribuzione. Il 71% delle commesse riguarda progetti di media e grande scala.

La società opera anche in ambito sanitario, con interventi per Casa di Cura Pederzoli, Solatrix, Città di Rovigo, e aeroportuale, con lavori per Catullo, Save, Fiumicino, Wojtyla e Decimomannu. Tra i clienti anche nomi come Metropolitane Milanesi, Università di Padova, Verona Mercato, Tommasi e Pieropan.

Ingegneria, sostenibilità e radici solide

CUBI non si limita a eseguire: progetta. Conta su un team tecnico di 40 ingegneri e progettisti che ogni anno sviluppano oltre 54.000 ore di progettazione, e coordina 400 persone nei cantieri attivi. A questo si aggiunge l’apertura, nel 2024, di una nuova sede a Rovigo, con 8 professionisti dedicati alla gestione di progetti complessi.

Nel 2018 l’azienda ha spostato la propria sede in un edificio ristrutturato secondo criteri di alta efficienza energetica. Ospita un impianto fotovoltaico da 1 MWp, soluzioni avanzate per il comfort termico e green wall per l’isolamento acustico: un manifesto vivente della visione sostenibile di CUBI.

Un’identità in evoluzione, con lo sguardo avanti

La nostra forza? Capacità di innovare e rispondere con prontezza ai cambiamenti del mercato“, ha dichiarato Niccolò Cubi. Una filosofia che oggi guida una realtà italiana d’avanguardia, in grado di combinare ingegneria avanzata, sostenibilità ambientale e solidità finanziaria, offrendo soluzioni su misura per aziende e territori in piena evoluzione.

Come ha sintetizzato Elia Cubi, direttore commerciale: “I tetti industriali sono l’habitat naturale per il fotovoltaico. E la condivisione dei benefici con la comunità locale, come nel progetto Lavarini, moltiplica il valore generato“. È questo lo spirito con cui CUBI affronta la sfida della decarbonizzazione: pragmatismo tecnico, visione ambientale, e radici ben piantate nel territorio.

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