L’Ad di Terna: “Nei prossimi anni l’isola in testa ai nostri programmi”

Potrebbe non essere più un azzardo pensare alla Sicilia come a un esempio del paradigma elettrico. Che significa avere sul territorio una rete elettrica intelligente, di rilevanza strategica ed economica per tutto il Paese, che accompagna crescita e progresso e non può prescindere dalla tecnologia e dall’innovazione. Il Ponte dell’energia, ultima creatura di Terna in Sicilia, è giunto al traguardo lo scorso maggio, a cinque anni dall’avviso dei lavori, e dopo un difficile slalom tra ricorsi e lungaggini. Oggi garantisce risparmi sulle bollette di tutti gli italiani a maggiore sicurezza. “Un primo bilancio – commenta l’amministratore delegato di Terna, Matteo del Fante – conferma le previsioni: l’opera è in grado di generare 50 milioni di risparmio al mese, 600 milioni annui, a beneficio delle famiglie e delle imprese italiane”

Lei, nei giorni scorsi, ha incontrato il governatore Rosario Crocetta e l’assessore Maurizio Croce. Cosa vi siete detti?

“È stato un lungo e positivo incontro: è fondamentale che il governo regionale, con il quale abbiamo firmato un protocollo d’intesa, ci dia una mano dal punto di vista amministrativo per lo sviluppo della rete nel rispetto del territorio”.

Tabelle alla mano, gli investimenti di Terna in Sicilia occupano una grossa fetta del totale nazionale.

“Nei prossimi anni la Sicilia sarà ancora in testa ai nostri programmi con investimenti previsti per 1 miliardo di euro, destinati a una serie di interventi di sviluppo della rete elettrica di trasmissione per risolvere criticità e aumentare la sicurezza. Due su tutti: gli elettrodotti Paternò-Pantano-Priolo e Chiaramonte-Gulfi-Ciminna”.

Settantacinque milioni sono previsti solo su Palermo

“Si, e riguardano l’entrata in esercizio entro l’anno delle linee Casuzze e Tommaso Natale”.

C’è una forte attenzione alle isole minori

“Abbiamo firmato un accordo di collaborazione con il comune di Pantelleria e con S.Med.E per avviare la sostituzione delle vecchie centrali inquinanti a gasolio con impianti rinnovabili. Un pacchetto di soluzioni innovative che prevede anche batterie per l’accumulo di energia, un nuovo sistema per la mobilità elettrica, interventi per una maggiore efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. È stato il primo passo per la realizzazione del progetto “Pantelleria Smart Island”: vogliamo immaginare tra 10/20 anni le isole minori siciliane – lavoreremo anche su Marettimo, Favignana e le Pelagie – verdi e pulite. E con una riduzione importante degli oneri sulla bolletta”.

Quali sono le ricadute della presenza di Terna sul territorio siciliano? Qualche numero…

“Oggi impieghiamo, tra Palermo e Catania, 200 nostre unità lavorative, abbiamo 70 stazioni e 5500 chilometri di rete ad alta tensione. Palermo è il nostro centro direzionale con una sede ristrutturata di 12mila mq che ospita il Centro di Ripartizione e il Centro di eccellenza dei sistemi digitali di controllo delle stazioni. Cento imprese, per la maggior parte locali, lavorano nei nostri cantieri mentre nella realizzazione delle infrastrutture elettriche sono coinvolti circa 1500 lavoratori”.

Come affrontare il problema della trasparenza?

“La settimana scorsa abbiamo siglato, unica azienda in Italia, un accordo importante con la Guardia di Finanza. Terna pubblica sul proprio sito, nello spazio web “Cantieri aperti e trasparenti”, i dettagli di ogni appalto sub appalto degli oltre 176 cantieri sparsi sul territorio nazionale. Alla Guardia di Finanza, inoltre, forniamo ulteriori dettagli che, per motivi di privacy, non possiamo mettere in rete”.

C’è all’orizzonte un progetto che siglerebbe, non solo a parole ma anche nei fatti, la centralità della Sicilia nel Mediterraneo…

“È il collegamento con la Tunisia. Dal punto di vista geo-politico si tratterebbe dell’infrastruttura più importante d’Europa perché darebbe un inequivocabile segnale di supporto europeo al Nordafrica. Bruxelles ha mostrato di apprezzare il progetto di Terna, in avanzata fase di studio, noi cercheremo di trasformare questi segnali positivi in risorse. Il cantiere implicherebbe un ulteriore rafforzamento della rete siciliana e la costruzione di una stazione a Partanna nel Trapanese”.

FONTE: Giornale di Sicilia
AUTORE: Antonella Filippi

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Categories: Energia