L’a.d. a Repubblica: “Entro il 2015 ci aspettiamo da Teheran nuove forme contrattuali. In Libia resteremo. Prezzo oil avrà andamento a ‘W’. Spingere per mercato Ue energia.

Dopo la fine dell’embargo, Eni è pronta a tornare in Iran. Lo ha detto l’a.d. Claudio Descalzi in un’ampia intervista a “Repubblica”, nella quale ha affrontato anche i temi Libia, Russia, prezzo del petrolio, mercato unico Ue dell’energia e indagini della magistratura.
“Sono andato a Teheran due settimane fa – ha detto il manager – primo amministratore delegato di un gruppo petrolifero, per sbloccare i nostri crediti commerciali (circa 800 mln €, ndr). Abbiamo lavorato duramente durante l’embargo per arrivare a questo risultato e nel bilancio 2015 dovremmo trasformare quel contenzioso in barili, che faranno parte ufficiale della nostra produzione”.
Riguardo alle forme contrattuali proposte dall’Iran, al momento sfavorevoli per le compagnie straniere, Descalzi ha detto che “entro fine anno Teheran potrebbe proporre una nuova forma di contratti, più simile agli standard internazionali e meno penalizzante per gli operatori e le major petrolifere”. Se l’Iran farà questo passo, ha aggiunto, “e credo che ne abbia l’interesse, potrebbe essere la svolta”.
L’a.d. ha poi ribadito che Eni intende restare in Libia, nella speranza che l’Italia persegua “una soluzione negoziale e diplomatica”. Riguardo alla Russia, il gas di Mosca “resta al momento insostituibile, anche perché potenzialmente è il meno caro di tutti”. Claudio Descalzi ha però sottolineato che per abbassare i costi energetici la vera strada è quella dell’unione energetica Ue, che dovrà “ridurre le emissioni, anche con una nuova tassazione sulle materie più inquinanti, e con la chiusura coatta delle centrali che non soddisfano certe performance”. Allo stesso tempo, “ci vuole una pressione su Usa e Cina perché l’Europa da sola vale il 10% delle emissioni mondiali di CO2”.
Riguardo all’andamento del prezzo del petrolio, Descalzi si attende “movimenti di rialzo e ribasso rapidi, una sorta di curva a W”.
Sulle indagini della magistratura in Algeria e Nigeria, infine, l’a.d. dell’Eni si dice “sereno su entrambi i dossier”.

FONTE: Quotidiano Energia

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