Nel cuore di San Daniele del Friuli, terra simbolo della produzione di prosciutto, un’azienda specializzata in alimenti vegetali ha rilevato un ex salumificio in crisi. L’operazione porta la firma di Biolab, realtà pioniera del settore plant-based in Italia, che ha acquisito un ramo della Brendolan Service, garantendo non solo una seconda vita allo stabilimento, ma anche la continuità lavorativa per i suoi dipendenti. Fondata a Gorizia nel 1991, Biolab è stata tra le prime aziende italiane a credere nella dieta vegetariana e vegana, quando il mercato di riferimento era ancora di nicchia. Oggi, con una gamma che spazia da tofu, tempeh, seitan e affettati vegetali fino a prodotti di nuova generazione sotto il brand Liveg, l’azienda è un punto di riferimento nel settore. Gran parte della produzione di Biolab avviene in private label: il 70% dei suoi prodotti è destinato alla grande distribuzione, con oltre 60 referenze nei principali supermercati, tra cui Esselunga, Lidl, Coop, Pam e Despar. La crescita costante dell’azienda è testimoniata dai numeri: 130 dipendenti e un fatturato che, dagli 8 milioni del 2020, ha raggiunto i 22 milioni nel 2024.
L’ultima mossa di Biolab è avvenuta pochi giorni fa, con l’acquisizione all’asta di un centro di affettamento a San Daniele del Friuli, precedentemente di proprietà della Brendolan Service, azienda in crisi da oltre un decennio. Ma il vero valore di questa operazione sta nel suo impatto sociale: tutti i 32 dipendenti verranno riassorbiti, garantendo continuità lavorativa in un contesto produttivo completamente rinnovato. “L’acquisizione risponde a due esigenze: da un lato la necessità di aumentare la produzione, dall’altro la volontà di preservare un sito produttivo importante per il territorio, che l’industria alimentare tradizionale non è riuscita a salvare”, spiega Massimo Santinelli, CEO e fondatore di Biolab.
Un nuovo hub per l’innovazione e la sostenibilità
Attualmente, il 30% dei prodotti lavorati nel sito sono vegetariani, ma l’obiettivo è incrementare progressivamente questa quota fino alla completa riconversione dello stabilimento. Non è la prima volta che Biolab investe in impianti storicamente legati alla carne: nel 2017, l’azienda aveva già trasformato l’ex macello comunale di Gorizia nel suo terzo stabilimento produttivo. Il contesto locale è favorevole a questa transizione: Gorizia ospita dal 2010 un festival vegetariano, e l’amministrazione comunale ha persino ribattezzato la via dove sorge la sede principale dell’azienda “Via dei Vegetariani”. “Abbiamo scelto di valorizzare un sito esistente anziché costruire nuovi impianti, riducendo l’impatto ambientale e mantenendo competenze locali”, sottolinea Santinelli.