Una “necessaria accelerazione dei nostri investimenti per contribuire alla ripartenza del Paese“: è l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris ad anticipare a “Il Sole 24 Ore” le direttrici del nuovo piano decennale di sviluppo, presentato da Terna nel giorno dell’intervista, lo scorso 8 aprile. Investimenti per oltre 14 miliardi di euro destinati allo sviluppo e all’ammodernamento della rete di trasmissione elettrica nazionale con un obiettivo ben preciso: abilitare la transizione energetica e incentivare la piena integrazione delle rinnovabili (in particolare eolico e fotovoltaico) in un sistema sempre più complesso. “Un impegno consistente, il 7% in più del precedente piano, praticamente il doppio di quanto avevamo previsto nel 2017 (7,8 miliardi)” spiega l’AD e DG di Terna, parlando dei 27 nuovi interventi definiti nel Piano di Sviluppo 2020 “che porteranno alla realizzazione di 300 chilometri di nuove linee con una particolare attenzione al riassetto di reti già esistenti in punti nevralgici dell’infrastruttura nazionale, dal quale discenderà la dismissione di oltre 400 chilometri di elettrodotti ormai vetusti“. Nel complesso ammontano a 3.800 chilometri le linee sostituite nell’arco di piano.
Uno sforzo “necessario“, come precisa l’AD e DG Luigi Ferraris: “Stiamo assistendo a una reingegnerizzazione del sistema elettrico che riguarda la rete italiana, ma anche quella del Vecchio Continente. Per effetto della transizione energetica siamo passati da un sistema monodirezionale a un modello più complesso con flussi di energia a più direzioni e fonti di produzione molteplici e questo comporta anche la necessità di investire molto in digitalizzazione e innovazione per gestire una mole enorme di dati“. Il nuovo piano decennale disegna dunque uno sforzo su più versanti, a cominciare dalle nuove opere.
Tra gli interventi previsti il nuovo collegamento tra Sicilia, Sardegna e Campania (il cosiddetto “Tyrrhenian Link”) e il Sacoi 3, l’ammodernamento dell’elettrodotto tra Sardegna, Corsica e Toscana. Progetti “strategici“, che serviranno innanzitutto “a rafforzare lo scambio lungo il corridoio nord-sud perché dobbiamo garantire il passaggio dell’energia rinnovabile, prodotta soprattutto al centro-sud, verso il nord della penisola dove si concentra il grosso del fabbisogno“.
Sul fronte delle interconnessioni con l’estero, si punta a garantire più di 5mila megawatt di capacità aggiuntiva di import al 2030. I principali progetti citati dall’AD e DG Luigi Ferraris nell’intervista sono “la nuova linea con la Francia, che entrerà in servizio il prossimo anno, l’interconnessione con l’Austria“, oltre ad “altri nuovi collegamenti, tra cui quello con la Tunisia, che andremo a sviluppare nel medio-lungo termine“.
Investimenti quindi che hanno notevole ricaduta sul territorio, mai come oggi così segnato dagli effetti dell’emergenza. “Come ha dimostrato uno studio del Politecnico di Milano, ogni miliardo investito da Terna in Italia produce 15mila nuovi posti di lavoro, tra diretti e indiretti” sottolinea nell’intervista Luigi Ferraris. Il Gruppo lo sa bene e non a caso per quest’anno ha “già in rampa 1,5-1,6 miliardi di investimenti annui che supereranno i 2 miliardi quando entreremo nel vivo della realizzazione di grandi infrastrutture come il Tyrrhenian Link e il Sacoi 3“.
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