Chiamato a partecipare alla tavola rotonda “Strategic Update: The Future of Energy” nel contesto dell’edizione 2017 di Davos, Francesco Starace espone la propria prospettiva in merito all’evoluzione del settore energetico e ai giovamenti a cui questo può condurre in termini di risorse e di economia.

Siamo nel pieno di una grande trasformazione e non si tratta della prima trasformazione a cui il settore assiste. La tecnologia è sempre stata alla base di ogni trasformazione e lo stesso sta accadendo adesso. Si tratta di una situazione globale che dura da tempo. La vera novità è che per la prima volta il settore elettrico sta vivendo un cambiamento che deriva dall’interno dell’industria stessa, ma anche da ibridazioni con altri settori che stanno facendo sentire la propria influenza.
Per la prima volta società come quelle negli ambiti dei semi-conduttori o della tecnologia consumer hanno a che fare con il settore dell’energia, per la prima volta si ha una grande combinazione di forze e noi pensiamo che questo sia il motivo per cui tale cambiamento sta avvenendo in maniera così rapida e a una velocità sorprendente. L’esempio più eclatante di questa velocità sta succedendo in Cina: fino a qualche anno fa non avremmo pensato a questo Paese come a un avamposto di questo cambiamento, mentre attualmente lo sta proprio dirigendo.
Credo inoltre che continueremo a essere sorpresi dalla velocità con cui le auto diverranno elettriche. Gli investimenti necessari per la realizzazione di una infrastruttura elettrica sono molto più bassi di quelli sostenuti per la costruzione del sistema basato sugli idrocarburi. La velocità e l’economicità della trasformazione elettrica permetteranno anche a zone remote del globo, che attualmente non lo immaginano, di poter usufruire della tecnologia elettrica; che sarà utilizzata da industrie che al momento non ne fanno uso. Perciò quello che abbiamo fatto, sul fronte dello sfruttamento delle risorse naturali, è stato fare un passo avanti, escludere la generazione termica e sostituirla con le energie rinnovabili che stanno diventando sempre più economiche ed efficienti. Continuando a investire, la sostituzione totale della vecchia tecnologia con quella nuova richiederà un arco di tempo di 10 o 15 anni. Considerando inoltre l’avvento delle tecnologie digitali, ci si rende conto dell’incremento nell’uso dell’energia. Il tempo è un fattore altamente cruciale, se si considerano le implicazioni: industrie che hanno bisogno di periodi di sviluppo dai 5 anni in su, presentano un fattore intrinsecamente rischioso, le decisioni da prendere devono necessariamente avere un orizzonte più corto. Questo perché elementi come l’evoluzione del mercato, della tecnologia, del customer behaviour e la crisi economica, non permettono di stilare un piano di 5 anni, sperando che tutto vada per il meglio. È necessario che le esperienze degli anni passati ci rendano più umili e perciò bisogna puntare a situazioni che vedano un margine risolutivo entro un paio di anni. Trovo che tale approccio sia molto più sicuro e per questo motivo nella nostra società abbiamo preso la decisone di non investire in alcun progetto che vada oltre i tre anni di tempo per la sua realizzazione.

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Categories: Energia

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