Renato Mazzoncini, CEO di A2A, allerta sulla grave crisi idrica in Europa. Occorre un piano di investimenti di 50 miliardi per preservare e gestire l’acqua. Mazzoncini sottolinea l’importanza dell’idroelettrico per la transizione energetica.
Renato Mazzoncini, AD di A2A, ha posto l’attenzione sulla crisi idrica che sta colpendo l’Italia e l’Europa. Intervistato in occasione della prima giornata del forum “The European Ambrosetti”, tenutosi a Cernobbio dal 1° al 3 settembre, ha dichiarato: “Il 2022 è stato tremendo, l’anno più siccitoso degli ultimi 60. Abbiamo perso 36 miliardi di metri cubi d’acqua, pari a 60 volte il lago Trasimeno.”. E ha aggiunto: “Senza dimenticare che il trend degli ultimi anni è stato siccitoso, come hanno dimostrato anche i primi mesi del 2023. L’anno scorso sono state cinque le regioni italiane che hanno dichiarato lo stato d’emergenza: Lombardia, Piemonte, Friuli, Emilia, Veneto. È chiaro che non c’è futuro senza acqua. Ed è chiaro anche che ce ne sarà sempre meno”.
Come risolvere l’emergenza? Secondo lo studio “Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A, è necessario un piano di investimenti da circa 50 miliardi di euro in dieci anni, suddiviso in due ambiti: oltre 30 miliardi per il ciclo idrico (acquedotti, depurazione, invasi per l’acqua piovana) e circa 15 miliardi per l’idroelettrico. “In Italia siamo abituati ad avere abbondanza d’acqua – ha spiegato Renato Mazzoncini – ma oggi la situazione è cambiata: oltre alla siccità, i ghiacciai si sciolgono e le nevi sono sempre meno presenti. Dobbiamo investire per avere cura di questa risorsa. Oggi quasi nessun italiano probabilmente conosce il suo consumo d’acqua, ma i numeri ci dicono che siamo uno dei Paesi in Europa che consuma più acqua potabile: ogni cittadino italiano consuma circa 200 litri al giorno”. L’obiettivo è duplice: da un lato garantire la sicurezza idrica del Paese, riducendo le perdite d’acqua (attualmente circa il 40% del totale), aumentando la depurazione e il riutilizzo dell’acqua in ottica di circolarità, sensibilizzando i cittadini al risparmio idrico; dall’altro lato rilanciare lo sviluppo dell’idroelettrico, l’unica fonte rinnovabile programmabile, che copre il 40% del totale di energia verde in Italia e che è indispensabile per raggiungere il target previsto dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). L’idroelettrico ha subito una forte contrazione nel 2022 a causa della siccità, con una riduzione del quasi 40% della produzione energetica: “Dobbiamo assolutamente investire sul settore”, ha sottolineato il manager. Le soluzioni per tutelare e ottimizzare l’acqua ci sono, e servono le competenze: “La sostenibilità sta diventando un tema centrale anche a livello universitario, e servono le competenze più tecniche, come ingegneri elettrici ed idrici, indispensabili per la transizione energetica”, ha concluso Renato Mazzoncini.
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