96 miliardi nell’arco di 10 anni, da qui al 2030. A tanto ammontano gli investimenti stimati per l’ammodernamento delle infrastrutture energetiche primarie, secondo un rapporto di Pwc. Lo studio è stato presentato lo scorso 22 gennaio da Confindustria Energia a Roma, in concomitanza con il lancio del progetto denominato “Infrastrutture energetiche, ambiente e territorio”. Oltre alle associazioni rappresentate da Confindustria Energia, presenti i vertici aziendali di alcune delle più importanti società in ambito energetico, tra cui Terna, la società italiana che gestisce la rete elettrica nazionale, rappresentata da Luigi Ferraris. Investimenti importanti, dunque, quelli previsti nel settore energetico, che porteranno ripercussioni positive in termini di Pil, lavoro e ambiente, con al centro competitività, sicurezza e innovazione.
Una scossa importante all’economia, con un ruolo da protagonista ricoperto dalle energie rinnovabili, risorsa fondamentale nel processo di transizione energetica, e destinate a crescere in maniera rilevante nei prossimi anni all’interno del mix energetico.
Luigi Ferraris, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, ha ricordato l’impegno consistente sul fronte degli investimenti, da qui ai prossimi 10 anni, evidenziando che Terna svolge già un ruolo di guida nel processo in atto. Il top manager, a margine dell’evento ha inoltre dichiarato che “la transizione energetica va gestita, accompagnata con fattori abilitanti e la rete è uno di questi fattori“, facendo inoltre riferimento a uno studio che indica come, da qui ai prossimi 20 anni, si prevedano investimenti per 20.000 miliardi di dollari, di cui la metà destinati alle energie rinnovabili e l’altra metà per le reti e i servizi di rete che comprendono anche lo stoccaggio. Secondo Luigi Ferraris, questo indica quanto “sia complessa e articolata la fase di transizione se vogliamo mantenere gli obiettivi di sicurezza e qualità che abbiamo oggi. Per questo occorrerà fare investimenti importanti“.
Tornando invece al rapporto Pwc, da un punto di vista ambientale, si stima per il 2030 una riduzione delle emissioni Ghg di 72 Mton/anno rispetto a quanto registrato nel 2016. Positive anche le ripercussioni in termini lavorativi, con una ricaduta occupazionale di 140mila unità annue dedicate alla realizzazione e gestione delle infrastrutture tra il 2018 e il 2030.

Per maggiori dettagli:
https://www.repubblica.it/economia/rapporti/energitalia/sostenibilita/2019/01/22/news/energia_pioggia_di_investimenti_in_italia_benefici_a_cascata_su_pil_lavoro_e_ambiente-217213626/

No votes yet.
Please wait...
Categories: Energia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*