Luigi Ferraris, CFO del Gruppo Enel e Presidente di Enel Green Power, descrive le nuove opportunità di business nel campo dell’energia dopo l’addio al nucleare
Luigi Ferraris ha una doppia casacca. Da un lato il ruolo di CFO di Enel, dall’altro quello di Presidente di Enel Green Power, una veste che nell’ultimo anno lo ha spinto a compulsare i mercati in cerca di conferme. La quotazione di Egp, del resto, risale all’autunno del 2010, pochi mesi prima della profonda crisi delle piazze finanziarie e dei titoli di Stato. E la borsa avrebbe potuto rivelarsi un boomerang. In realtà, la controllata di Enel finora è riuscita a sottrarsi a questa deriva. “Grazie ai nostri fondamentali, che sono stati gli elementi distintivi durante la quotazione, abbiamo dimostrato di poter affrontare un periodo di difficoltà ed incertezza con un rendimento di circa il 4% da gennaio 2011 a oggi” spiega Luigi Ferraris, “tanto che a un anno dal collocamento il titolo continua ad attrarre un numero crescente di investitori istituzionali internazionali, che rappresentano ormai circa il 30% flottante rispetto al 20% acquistato in sede di ipo”. La caratteristica che ha giocato da valore aggiunto rispetto ai competitor risiede, secondo Luigi Ferraris, “nella differenziazione geografica che, unita a un equilibrato mix tecnologico e a una bassa dipendenza dagli incentivi, ci consente di mantenere un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti e di rispondere meglio ai cambiamenti regolatori avviati da alcuni Paesi”. I meccanismi di incentivazione che oggi garantiscono circa il 25% dei ricavi di Egp sono d’altra parte destinati a scendere e la stessa società ne prevede una costante diminuzione. “Il corrente piano di Egp prevede un livello di ricavi da incentivi al 2015 intorno al 23%”. A fronte di una riduzione dei sussidi è previsto pure un ripensamento a livello europeo sull’energia nucleare. Una riflessione che dopo l’incidente di Fukushima in Giappone avrà una ricaduta per gli operatori come Egp. Il presidente Luigi Ferraris ha infine concluso che “le nuove posizioni a livello europeo sul nucleare si coniugano con una maggiore sensibilità verso le energie rinnovabili. Con il maggiore supporto sia sociale, sia politico, sia regolatorio, si creano, quindi, le condizioni per una forte crescita del settore, e di conseguenza, maggiori opportunità di sviluppo”.
FONTE: Il Mondo