Sarà l’Islanda a ospitare il primo osservatorio al mondo sotto la superficie di un vulcano. Il progetto Krafla Magma Testbed prevede infatti la realizzazione di un osservatorio sotto il vulcano Krafla, a circa 2 chilometri di profondità.

Quante cose sappiamo oggi dei vulcani? Molte, ma ce sono altrettante ancora da scoprire. Il nuovo progetto permetterebbe pertanto di fare un passo avanti nello studio di queste strutture geologiche anche grazie all’osservazione diretta del magma. Il magma è il risultato della combinazione tra lava e gas: si forma attraverso la fusione del mantello e, se sottoposto a determinate forze, sale in superficie. Può accumularsi in aree chiamate camere magnetiche, ovvero il serbatoio di materiali che alimenta il vulcano soprastante che quando erutta fa fuoriuscire il magma che a sua volta, a contatto con l’aria, diventa lava.

La camera magnetica che si trova al di sotto del vulcano Krafla è insolitamente poco profonda: i soli 2,1 chilometri che la dividono dalla superficie hanno spinto, nel 2014, scienziati e ingegneri a progettare il nuovo osservatorio. La camera contiene circa 500 milioni di metri cubi di lava a una profondità che i vulcanologi pensavano potesse essere almeno il doppio. L’inizio dei primi scavi è quindi previsto per il 2024.

Il progetto sarebbe di fondamentale importanza non solo per lo studio del rischio vulcanico e del funzionamento del magma, ma potrebbe essere soprattutto uno strumento conoscitivo per approfondire ulteriormente le conoscenze attuali dei vulcani.

Inoltre, se si riuscisse a sfruttare il calore prodotto dal magma come fonte di energia sostenibile, si potrebbe sostituire l’attuale impianto geotermico – costruito nei pressi del vulcano – che richiede l’attività di 18 pozzi per produrre 60 megawatt di energia. Se si usasse direttamente il magma basterebbero invece soltanto due pozzi.

Il Krafla Magma Testbed sarà l’unico osservatorio al mondo sotto la superficie di un vulcano e il più profondo mai costruito. Il progetto coinvolge scienziati e ingegneri di 38 Istituti di ricerca di ben 11 paesi diversi.

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Categories: Ambiente

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