“Vogliamo creare il primo operatore italiano indipendente e leader nelle infrastrutture per il digitale terrestre e le telecomunicazioni, un settore strategico per l’Italia”: F2i SGR torna a puntare sulle telecomunicazioni, come annuncia l’Amministratore Delegato Renato Ravanelli in un’intervista al Corriere della Sera. Dopo gli aeroporti, la rete gas, le infrastrutture tecnologiche, le autostrade, il servizio idrico e la produzione di energia da fonti rinnovabili, il Gruppo ha annunciato a metà luglio un’Opa da 1,6 miliardi di euro su EI Towers, attiva dal 27 agosto al 5 ottobre: F2i era già entrata nelle telecomunicazioni con la piattaforma IRIDEOS, dedicata ai servizi a banda larga e di data center alle imprese.
Illustrando al Corriere i piani per il settore infrastrutture, l’AD ha sottolineato come l’operazione EI Towers sia diversa: “Se l’Opa andrà a buon fine, Mediaset cederà il controllo delle torri Ei Towers a F2i che gestirà l’infrastruttura con criteri di mercato e indipendenza: in Ei Towers noi avremo il 60% mentre Mediaset il 40%, passando da azionista di controllo a secondo azionista”. L’obiettivo è il delisting di EI Towers, per garantire la semplificazione degli assetti proprietari e maggior flessibilità di gestione. “Nelle infrastrutture”, ha sottolineato Renato Ravanelli, “mettersi insieme, fare rete e realizzare economie di scala è fondamentale per essere competitivi: la frammentazione non favorisce mai efficienza e qualità del servizio.” F2i punta a sviluppare le infrastrutture esistenti dopo averle messe a rete, attraverso i suoi investitori che sono soprattutto fondi pensione, assicurazioni, fondazioni bancarie e investitori di lungo termine: per l’AD è importante motivarli, puntando a spiegare che il Paese ha fondamenta solide, e che il debito elevato si contrappone alla ricchezza diffusa di famiglie e imprese.
Nell’intervista, Renato Ravanelli si è espresso anche sull’utility Ascopiave e sul difficile rapporto con i Comuni, definendosi rispettoso delle decisioni che si prenderanno a livello locale ma rafforzando la propria posizione. “È anacronistico pensare che in un settore infrastrutturale ed energetico si possa ancora operare con una prospettiva solida se si è di piccole dimensioni. In tutti i principali Paesi europei le utility sono dei colossi. Il Veneto ha bisogno di un operatore regionale forte”.