Alessandro Benetton lo aveva ricordato lo scorso marzo, in occasione del lancio di Mundys: una delle sfide più ambiziose che la società si propone di vincere per il futuro della mobilità risponde al nome di sostenibilità. Parole che risuonano forte oggi, alla luce di quanto annunciato nelle scorse ore: il World Economic Forum ha scelto Mundys per sviluppare “Financing the Airports of Tomorrow”, l’iniziativa realizzata con Airport Council International per la decarbonizzazione del trasporto aereo.

Lo scopo del progetto è di individuare soluzioni industriali e forme di finanziamento ibrido che accelerino la transizione green negli aeroporti (sono circa 18mila quelli coinvolti), fino all’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Le linee guida elaborate da Mundys saranno presentate ufficialmente alla Cop 28, la conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici in programma a dicembre a Dubai, e diventeranno una sorta di manuale green per circa 18mila scali in tutto il mondo.

Come auspicato dal Presidente di Edizione Alessandro Benetton durante l’evento dello scorso marzo, l’Italia sarà quindi in primo piano in questo processo grazie al ruolo assegnato a Mundys, che avrà la responsabilità di individuare soluzioni industriali e forme di finanziamento ibrido che accelerino, con target 2050 di zero emissioni, la transizione green degli aeroporti, destinati a diventare «Energy Hub» in grado di autoprodurre, accumulare e distribuire energia pulita. Inoltre, si lavorerà anche per l’adozione su larga scala del carburante pulito per aeromobili SAF (Sustainable Aviation Fuel) usando tecnologie all’avanguardia e innovativi strumenti di finanziamento.

La scelta del WEF è ricaduta su Mundys in virtù della spinta e dei risultati che ha raggiunto sul fronte della gestione e dello sviluppo sostenibile delle infrastrutture e delle pratiche di finanza sostenibile. Non a caso Mundys è stata una delle prime società nel settore mobilità e dell’aviazione ad adottare un framework di finanza sostenibile (Sustainable Financing Framework), collegando la raccolta finanziaria agli obiettivi industriali e di sviluppo definiti nel proprio Climate Action Plan. E, in linea con quanto delineato anche da Alessandro Benetton, ha già reso “green” la totalità del proprio debito bancario, pari a 3 miliardi di euro, il cui tasso di interesse varierà in base al raggiungimento di obiettivi ambientali e sociali.  

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